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Mizuko Kuyo
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Mizuko Kuyo

Mizuko Kuyo. Between guilt and salvation

Italian project

La popolarità delle pratiche che rientrano sotto questo nome ha visto un picco verso la metà degli anni Settanta del secolo scorso, quando sono stati filmati e ripresi alcuni di questi riti e trasmessi sulla televisione come esempio di particolari pratiche in aree localizzate.

Il termine mizuko 水子 viene tradotto letteralmente con bambino d’acqua, e in tempi recenti ha iniziato a rappresentare l’anima dei bambini abortiti. L’immaginario vede gli spiriti dei bambini radunarsi lungo il del fiume dei morti, sai no kawara, incapaci di attraversarlo perché i demoni impediscono loro di salire sulla barca che conduce al di là; su questa riva grigia, quindi le piccole anime giocano, e cercano di costruire degli stūpa con i sassi del fiume, in modo che quest’azione permetta loro di accumulare meriti e di raggiungere l’altra sponda del fiume o una rinascita immediata; immancabilmente i demoni arrivano e distruggono senza pietà le costruzioni, e immancabilmente i piccoli spiriti ricominciano da capo. È un’immagine estremamente tristi, dove la piccola anima è rappresentata sola, spesso dimenticata dai genitori, e incapace di liberarsi da questo luogo di pena, per certi versi simile al Limbo cristiano, a metà tra la vita e la morte.

Nelle diverse preghiere e composizioni in cui questa credenza può essere rintracciata, ad un certo punto entra in scena il bodhisattva Jizō, divinità estremamente popolare in Giappone, le cui valenze analizzeremo più avanti, che distrugge i demoni e salva i piccoli dal loro stato di tristezza e miseria. L’insieme dei riti per i mizuko opera a partire da questa visione, da questa immagine molto vivida di quanto accade alle anime dei bambini abortiti nell’aldilà, elaborando diverse varianti o mettendo l’accento su diversi elementi.

Possiamo qui sottolineare che l’azione di Jizō contro i demoni, in difesa delle piccole anime solitarie, è estremamente rapida e totalizzante, e non lascia spazio alla descrizione dell’effettivo scontro tra queste due figure: in altre parole, non esiste un vero scontro tra bene e male, tra demoni e dio salvatore, ma anzi l’azione di Jizō è assoluta e totalizzante, garantendo alle anime dei piccoli bambini l’immediata salvezza.

Inoltre, possiamo ancora notare la componente di sorprendente indifferenza che i genitori sembrano provare nei confronti di queste anime sole, elemento che in alcuni inni può giustificare il risentimento da parte dei mizuko verso la famiglia che lo ha respinto, ma che più spesso ha la funzione narrativa di sottolineare la triste condizione delle anime erranti.

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